NUOVA ENERGIA

La natura umana non è una macchina da costruire secondo un modello e da regolare perché compia esattamente il lavoro assegnato, ma un albero, che ha bisogno di crescere e di svilupparsi in ogni direzione, secondo le tendenze delle forze interiori che lo rendono una persona vivente. (John Stuart Mill)

mercoledì 26 giugno 2013

FARFALLE DALLE ALI INVISIBILI




Di Antonella Randazzo



Nell’antica Grecia si credeva nell’esistenza di esseri per metà Dei e per metà uomini. Li chiamavano “eroi”, e li intendevano capaci di imprese straordinarie e grandiose.
Al di là delle credenze mitologiche, esistono persone indubbiamente non comuni. Anche se tutti gli esseri umani hanno la medesima essenza, è indubbio che soltanto alcuni riescono ad esprimere pienamente qualità morali o artistiche superiori.
Ad esempio, alcune persone vivono situazioni assai drammatiche, eppure non soltanto non perdono la voglia di vivere, ma affrontano le avversità in modo assolutamente “eroico”, raggiungendo obiettivi incredibili.
Una trasmissione televisiva le ha chiamate “invincibili” (mandata in onda su Italia 1 nel giugno scorso), ovvero persone che hanno una positività, un ottimismo e un amore per la vita che le rende vincitrici su qualsiasi difficoltà. “Invincibili” perché colpiti da problemi pesantissimi, traumi o malattie, e proprio da questi problemi hanno tratto una forza non comune. Il conduttore della trasmissione, Marco Berry, ha detto che ci sono persone sorridenti e felici, anche in situazioni in cui molti piangerebbero: “Gente meravigliosa da cui imparare. Persone che alla fine hanno scoperto di avere talenti che non conoscevano. Per molti attraverso lo sport, che è una droga naturale e ti fa vivere meglio”.

Ad esempio, Nick Vujick è un giovane che ha superato letteralmente tutti i limiti che la sua grave disabilità gli aveva imposto. Per una malattia gravissima è nato senza braccia e senza gambe, ma per lui questo non è stato un ostacolo nella conquista di una vita felice e soddisfacente. Così, in un video, spiega i principi del suo successo:
“Non ho né braccia né gambe ma sono molto riconoscente per avere una piccola bacchetta-zampetta di gallina qui… Le persone danno di matto quando mi vedono per la prima volta… è così ‘cool’… lo stesso Obama… C’era un sacco di gente che guardava aspettando l’arrivo di altre persone… io ero tentato di guardarmi e esclamare ‘Che è successo?’… C’è stato un tempo che guardavo la mia vita e pensavo: ‘non posso fare questo e non posso fare quello…’ e vai avanti concentrandoti sulle cose che ti sarebbe piaciuto avere o le cose che ti sarebbe piaciuto non avere… E in questo modo dimentichi cosa in realtà hai… Ho imparato che nella vita ci sono un paio di punti fondamentali: La prima cosa è che dobbiamo essere riconoscenti… è tempo di essere riconoscenti… è una bugia pensare che non sei buono abbastanza, è una bugia pensare che non vali niente! Io amo la vita. Sapete, un sacco di gente mi chiede: ‘come mai sorridi così tanto?’ Ed io: beh, è una storia lunga… ma è molto semplice allo stesso tempo!’… Essere pazienti, è vero, è la cosa più difficile … Ho capito che non posso avere le mani per stringere quelle di mia moglie, ma quando ci sarà bisogno, sarò capace di stringerle il cuore. Non ho bisogno di mani per arrivare al suo cuore… Sapete, è spaventoso sapere quante ragazze soffrono di disturbi alimentari. Fa paura sapere di quante persone sono arrabbiate con la vita per la loro situazione a casa… ed arrabbiate anche con gli altri. Spaventa sapere quante persone realmente pensano di non valere nulla. Per ogni singola ragazza… voglio che sappiate che siete bellissime. Voi siete semplicemente meravigliose così come siete.”

Come Nick, esistono altre persone che, pur avendo avuto ostacoli difficilissimi, hanno fatto diventare la loro esistenza una poesia, e un grandioso esempio per tutti. E’ come se queste persone avessero un potenziale che le fa “volare”, come avessero “ali invisibili”.
Beatrice, detta Bebe, è una ragazza giovanissima, di soli 12 anni, che voleva diventare campionessa di scherma. Ci è riuscita, nonostante abbia perduto le gambe e le braccia a causa di una gravissima meningite. La ragazzina è forte e determinata, sicura di poter vivere ciò che desidera.

Francesco Canale è un giovane di 21 anni che dipinge con la bocca, perché è nato senza braccia e senza gambe. E’ stato abbandonato dai genitori a causa della sua condizione, ed è stato adottato da una famiglia che lo ha amato molto. Una frase che questo giovane dice spesso è: "Sono felice di essere nato!"
Simona Atzori è una ballerina e pittrice di fama internazionale, nata senza braccia e diventata una “farfalla dalle ali invisibili”, che danza in modo straordinario.
Simona vive appieno la vita, assaporandola in ogni istante ed esprimendo le sue passioni artistiche. Così descrive se stessa: “La positività è parte del mio carattere, la vita è un grande dono da portare avanti con forza e determinazione. La diversità appartiene a tutti quanti, a tutti noi. La mia arte non l’ho scelta, è lei che ha scelto me. Spero che sia guardata come l’arte di Simona, non l’arte di una ragazza che non ha le braccia. Il sorriso è l’arma più bella che abbiamo. Le difficoltà ci sono nella vita di tutti e i modi per stare al mondo sono tanti, sta solo a noi trovare il ‘nostro’ modo. Tutti noi abbiamo qualcosa di unico e di diverso da dare agli altri. Essere senza braccia è la mia ricchezza. Con le braccia non sarei più ‘io’. Siamo speciali per quello che abbiamo, ma anche per quello che non abbiamo”.

Simona ha una forza vitale straordinaria, fatta di accettazione, saggezza, passione e amore verso la vita e gli altri. Fa tutto quello che gli altri fanno, con la sola differenza di usare i piedi anziché le mani. Ovviamente, la donna ammette che un problema c’è, ma la sua voglia di vivere una vita soddisfacente e felice vince su tutto.
Il suo motto è: "l'importante è non lasciare che gli altri vedano dei limiti che tu non senti".
Simona si è laureata con lode in “Visual Arts” alla University of Western Ontario, in Canada.
In un mondo in cui molte donne sono ansiose circa il proprio aspetto fisico, volendo raggiungere la perfezione, Simona non nasconde il suo corpo imperfetto, e ne fa uno strumento di espressione artistica. E’ assai valido in questo caso il detto: “l'handicap è solo nei tuoi occhi”. Infatti, Simona continua a mietere successi, e persino il grande ballerino Roberto Bolle l’ha voluta con sé, tra i “Friends” della sua tournée del 2009.
Ha spiegato Bolle: “Avevo letto la storia di Simona nel libro di Candido Cannavò ‘E li chiamano disabili’, mi aveva commosso per la gioia che traspariva. Quando l'ho vista in video sono rimasto colpito per la forza e la naturalezza di un'artista di prim'ordine. Oggi sono alla ricerca di contenuti umani nella danza, oltre l'estetica. Voglio far riflettere”.
La Atzori ha accolto commossa l’invito del ballerino: “Non mi sembra vero di ballare per Bolle e per il suo pubblico. Ho scoperto la danza a sei anni, seguendo mia sorella Gioia: la scuola di ballo che frequentavo a Saronno era collegata con la Royal Academy, fino ai 9-10 anni tutto bene, poi il regolamento prevedeva esami per l'uso delle braccia. Io ero l'eccezione alla regola. Mia madre scrisse alla sede centrale di Londra, la cui presidentessa onoraria è la Regina Elisabetta. Rispose l'ufficio della regina: avrei potuto continuare, ma solo con esami orali. Ho preferito cambiare strada. Prima ballavo sulle punte, poi ho incontrato il coreografo Paolo Londi che ha modellato la danza su di me… Non mi considero una portabandiera della “danceability” (la danza per artisti disabili, ndr). Non amo le etichette, ho sempre ballato in circuiti teatrali normali… Dio è un pittore perfetto. Se mi ha disegnata così è perché l'ha voluto”.

Di tanto in tanto, Simona tiene incontri sull'handicap e sulla diversità. In uno di questi incontri, lo scorso anno, ha detto: “La nostra educazione e la nostra cultura ci portano spesso a considerare chi fa le cose in modo differente come un diverso e pertanto non degno di opportuna considerazione… Ciò che pensiamo e proviamo determina anche ciò che facciamo".
A chi le ha chiesto “diceva che Dio ha un disegno su ciascuno. Quanto le è costato accettarlo?” ha risposto: “Non più di quanto avviene con gli altri, per tanti motivi. Primo perché i miei genitori mi hanno accettata come un dono; non mi hanno mai fatto sentire diversa per il fatto di essere nata senza braccia. Quando cresci in una famiglia così ti senti giusta, ti senti bella, ti senti amata. Poi ho un’altra grande fortuna: un carattere ottimista. Vedendo le cose in positivo la vita diventa più facile. Ho dovuto affrontare i giudizi degli altri sulla mia diversità che, costituendo per me la normalità, non mi sono pesati… Ho sempre creduto che Dio mi ha voluto così non per errore. Ciò mi ha aiutato a scoprire gradualmente il bisogno di partecipare agli altri il dono ricevuto attraverso la danza, la pittura, il modo di comunicare. Svegliarmi tutte le mattine dicendo: ‘Ti ringrazio Signore per il dono grande che mi hai fatto’, e comunicare agli altri questa positività, è motivo del mio essere credente… Mi piacerebbe che la gente vedesse in me una donna, una ballerina, una pittrice, una persona che ama la vita. Mi piacerebbe che tutti mi considerassero per quello che sono e che ho, non per quello che pensano che mi manchi. (Mi sento fortunata)… perché dalla mia parte ho la forza di amare la vita.”

La caratteristica principale di queste persone, che le rende straordinarie, è l’intendere la vita come un’avventura sempre bella, e le avversità come sfide o ostacoli che si possono sempre aggirare o superare.
La figlia di un uomo inglese nato senza braccia ha detto: “Non ho sofferto perchè mio padre mi ha sempre dato tutti gli abbracci di cui avevo bisogno”. Questo uomo abbracciava la propria bambina con le gambe, per non far mancare i segni di affetto di cui i bambini hanno bisogno. Ci sono persone che, pur avendo braccia sane, non hanno fatto altrettanto.
Molte persone si preoccupano di cose poco importanti, oppure perdono tempo inseguendo cose di poco valore, come può essere la ricerca della perfezione fisica, l’ambizione di accumulare denaro o il cercare la popolarità a tutti i costi. Molte persone si lamentano per quello che non hanno, si preoccupano di non essere accettate dagli altri, e si sentono inadeguate, brutte o insignificanti. C’è invece chi vive la propria vita tenendo conto delle giuste priorità di alcune cose, come l’esprimere se stessi ad un livello di autenticità molto alto, oppure coltivare interessi artistici e sportivi.

Esistono anche problemi che derivano da sofferenze che riguardano l’anima e non il corpo. C’è chi esprime la sua grandezza dopo una tragedia. Ad esempio, la madre di Elisa Claps, Filomena, è andata al processo inglese del presunto assassino della sua giovane figlia. Tornata dall’Inghilterra ha detto: “ho abbracciato mia figlia”. Si riferiva all’abbraccio dato alla figlia della donna, Heather Barnett, assassinata brutalmente da Danilo Restivo (che è stato riconosciuto colpevole nel processo). Le due donne, pur non parlando la stessa lingua, non soltanto si sono comprese, ma hanno condiviso affetto, comprensione e appoggio morale, come se fossero state l’una la madre e l’altra la figlia.
Questo evento mostra la grandezza interiore delle due persone che, nonostante la tragedia che le ha colpite, hanno avuto la forza di sostenersi a vicenda, trovando consolazione e conforto.
Al di là del credere in un Dio o in altra ideologia spiritualistica, di certo esistono persone che manifestano una grandezza e una bellezza interiore che ci trasportano in una dimensione che percepiamo superiore a quello che è il quotidiano.
Questi esempi dimostrano che, come da sempre hanno detto le persone moralmente più evolute, l’umanità è una sola, e può essere assolutamente grandiosa quando parla la lingua del cuore.












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